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Partigiani meridionali nella Resistenza piemontese

Partigiani meridionali nella Resistenza piemontese

Partigiani meridionali nella Resistenza piemontese di Pier Milanese, 2013

Il video prodotto dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza con la collaborazione degli Istituti storici
della Resistenza del Piemonte è una rapida introduzione a un aspetto della storia della Resistenza piemontese che è stato
a più riprese e in varie chiavi evocato, ma non affrontato finora in modo sistematico.
Si tratta del fatto che numerosi partigiani (fra i sei e i settemila) che combattono nelle formazioni partigiane operanti
nelle varie aree della regione sono nati e spesso cresciuti nelle città e nelle campagne dell’Italia meridionale e nell’insieme
il loro contributo non è certo di poco peso sui processi che portano alla nascita di una nuova Italia dopo il fascismo e la
guerra. Alla Resistenza in armi partecipano uomini provenienti da tutte le regioni italiane e anche quelle del sud sono
ben rappresentate, il che scalfisce fra l’altro lo stereotipo del meridionale poco o nulla toccato dall’impegno nella lotta
armata al nazifascismo, anche se il contributo alla Resistenza del Nord dei combattenti meridionali non sempre avrà a
casa loro (ma anche altrove…) adeguato riconoscimento nel dopoguerra.
Tale presenza è certamente nota da sempre, ma le sue effettive dimensioni e le sue peculiarità sono state perlopiù trattate
in modo episodico e approssimativo.
I meridionali che diventano partigiani sono molto spesso militari, soldati e ufficiali, a cui l’8 settembre toglie ogni
prospettiva di fuga verso casa e che, per evitare la deportazione in Germania, entrano nelle bande partigiane che vanno
costituendosi nelle vallate del Piemonte, quando addirittura non contribuiscono in modo decisivo essi stessi alla loro
nascita.In altri casi si tratta di lavoratori immigrati da tempo più o meno lungo nelle fabbriche della regione e che
troviamo a un certo punto impegnati nelle Sap e nella rete di supporto alla lotta che si sviluppa in tanti luoghi di lavoro.
Fra l’altro alcuni dei partigiani meridionali assumono nella Resistenza piemontese importanti funzioni di comando e
godono di un ampio prestigio e influenza: basti pensare a casi come quelli del siciliano Pompeo Colajanni (“Barbato”)
nella valle del Po e aree circonvicine o del calabrese Giulio Nicoletta, che comanda a un certo punto la Resistenza in Val
Sangone.
Le storie sono molte e diverse, ma rimane questo saldarsi di relazioni forti fra partigiani piemontesi e meridionali, che ha
nel cruciale passaggio 1943 – 1945 e poi nel secondo dopoguerra un suo peso indubbio sul rapporto Nord Sud e pertanto
sulla storia dell’unificazione piena del paese, e che val la pena di richiamare e anche quantificare con attenzione. Ora, in
occasione del 70° della Resistenza, l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e gli Istituti storici della
Resistenza del Piemonte vorrebbero restituire per intero al fenomeno la sua fisonomia. Il video che progettiamo si
inscrive in tale prospettiva, con la funzione specifica di offrire una prima ricognizione e una prima panoramica, da
completare con vari lavori di approfondimento.
Il video offre alcuni dati essenziali sulla distribuzione dei partigiani di origine meridionale nelle varie aree della
Resistenza e nelle varie formazioni operanti in Piemonte e su quanti di essi perdono la vita nella lotta. Propone inoltre
flash su alcune figure emblematiche, sui loro percorsi nel corso della Resistenza, ma anche, nel dopoguerra. F
E’ un documentario di venti minuti circa che richiama contorni e sfaccettature del tema in una chiave introduttiva, da
ampliarsi in un’eventuale opera di più ampio respiro.
I brani delle testimonianze inseriti nel film rappresentano una piccola scelta nell’ambito dei racconti di partigiani che si
conservano nella sezione video testimonianze dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e negli archivi
di alcuni Istituti storici piemontesi. Per la precisione, le testimonianze di Luigi Scimè, Giulio Nicoletta, Pompeo Colajanni
e Leonardo Cianci sono depositate nel video archivio dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza; quelle
di Paquale Lauriola e di Vincenzo Modica al’Istituto piemontese per la storia della resistenza e della società
contemporanea “Giorgio Agosti”; quella di Enzo Grimaldi all’Istituto per la storia della Resistenza e della società
contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia; quella di Aldo Vizzari all’Istituto storico della Resistenza e della
Società contemporanea in provincia di Cuneo.
I dati quantitativi sono ricavati dal data base sul Partigianato piemontese e introdotti e brevemente commentati nel video
da Valerio Cattaneo, presidente del Consiglio regionale del Piemonte, da Roberto Placido, presidente del Comitato
Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte e da Claudio Dellavalle, presidente dell’Istituto
piemontese per la storia della resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”.

Via Po