
Catalogo del cinema italiano del 1961
Pubblichiamo l´introduzione al catalogo
Anno di novità e di grandi successi per il cinema italiano, sia con film “impegnati”, come allora si usava dire, e d’autore, sia con i film commerciali, prevalentemente film di genere (peplum, commedie, ecc.).
Anno indimenticabile per il primo uomo nello spazio, il russo Jurij Gagarin: in questi anni, prima con lo Sputnik e poi con Gagarin, sono i sovietici a battere gli americani nella competizione spaziale. Anno in cui il mondo è illuminato da alcuni uomini politici nuovi, aperti e fiduciosi, sorprendenti e inaspettati protagonisti, che impongono nuovi modelli e un nuovo stile: da papa Giovanni XXIII, a Kennedy, a Chruscëv, tutti sulla scena per breve periodo con la loro forza folgorante. Anno senza vere e proprie guerre: ma c’è la crisi di Cuba, l’ Algeria si sta incendiando e il Vietnam bussa alle porte, senza contare le conseguenze di una decolonizzazione inquinata con la tragedia di Lumumba in Africa.
Anno per l’Italia di espansione economica, con il Pil quasi al nove per cento e una migrazione interna senza precedenti: dalle campagne alla città, dal sud al nord inseguendo il miraggio del boom industriale, proprio nel momento in cui si celebra il centenario dell’unificazione.
Il cinema italiano vive a sua volta una stagione felicissima (la televisione è ancora una concorrente di secondo piano e, soprattutto, per ora è poco amata dai giovani) con grandi profitti, in buona misura dovuti ai film di genere, ai kolossal di argomento storico o biblico che sbancano ai botteghini, ma bisogna dire che anche i film d’autore fanno la loro parte: Divorzio all’italiana è addirittura secondo in classifica con ben 1.659.028.000 lire d’incasso (pari all’incirca, ai valori attuali, a 18.017.305 di euro); quinto e sesto sono Una vita difficile e Il federale. Seguono ancora a ruota tutti i possibili titoli su Maciste (ben cinque ne saranno girati nell’anno), i moltissimi peplum su Roma e Grecia antica, qualche commedia, ma al ventiduesimo posto, con un incasso più che soddisfacente, pari a circa 7.000.000 di euro attuali, troviamo film d’autore: La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini e, poco lontani, La viaccia di Bolognini e La notte di Antonioni. Non distante fa la sua buona figura anche Accattone e poi Viva l’Italia, Tiro al Piccione, Il Brigante, tutti con incassi che superano i 2 milioni di euro attuali e bisogna tener conto che i costi di produzioni erano molto più bassi (anche riportati ai valori attuali). Persino Il Posto di Ermanno Olmi, un film certo non facile, con attori non professionisti e una piccola storia di grigia quotidianità, avrà un incasso più che dignitoso. In coda alla classifica, veri insuccessi, ma questo è anche ben documentato dalla critica negativa e stroncante (bisogna dire che in quegli anni, nonostante tutto, c’era una vera critica e le bocciature erano ben motivate), troviamo I sogni muoiono all’albae Vanina Vanini, forse uno dei film più sbagliati di Roberto Rossellini. La produzione è elevatissima: ben 167 titoli, più 43 cosiddetti minoritari, cioè film in cui l’apporto finanziario italiano alla produzione, e quindi anche anche al cast, è minore rispetto al capitale straniero. Tra questi ci sono anche alcuni capolavori realizzati in quell’anno: L’anno scorso a Marienbad di Alain Resnais, che vincerà il Leon d’oro a Venezia, Il colosso di Rodidi Sergio Leone, al sedicesimo posto negli incassi, e, soprattutto, Donna di vita (Lola) di Jacques Demy, e Une femme est une femme (La donna è donna) di Jean Luc Godard e poi Non uccidere (Tu ne tueras point) di Claude Autant-Lara, un film massacrato dalla censura per il suo assunto antimilitarista e che avrà quindi anche molti problemi di accesso al pubblico (lo troviamo infatti in fondo alla classifica degli incassi). Sono produzioni che rivelano la grande vitalità in quel momento del cinema italiano, con capitali che si spostano sul mercato europeo. La produzione dell’anno è comunque di grande rilievo anche dal punto di vista degli esiti artistici, come si può vedere dal piccolo panorama dei film scelti per la nostra consueta rassegna, in cui, anche per ragioni di reperimento, ci siamo limitati a proporre i più noti film d’autore.
La nostra panoramica, per quanto ridotta, ci permette comunque qualche osservazione su ciò che i film dicono, di riflesso, sul 1961, sulla sua fisionomia politica, sociale, di costume, culturale… Il nuovo si affaccia in modo prepotente nel film di Pasolini Accattone, il suo primo film dopo una lunga esperienza come sceneggiatore. Nel film irrompe il mondo delle borgate romane, del sottoproletariato, che vive ai margini della città; un mondo che tuttavia è descritto e raccontato senza gli accenti del realismo oggettivo alla Rossellini o naturalistico alla Visconti. L’atteggiamento del regista è piuttosto di attenzione empatica, quasi avvertisse un viscerale legame per una realtà umana e sociale sentita come profondamente diversa, separata dalla sua natura e dalla sua cultura, ma da cui, al tempo stesso, si è catturati ed affascinati e compenetrati. Banditi a Orgosolo, di De Seta, è un altro esordio nel lungometraggio e trae alimento dalla straordinaria esperienza di documentarista di cui il regista aveva dato prova nei suoi film siciliani. L’atmosfera crepuscolare e il minimalismo documentaristico del film di Olmi, Il posto, al suo secondo lungometraggio, fanno da corollario alla variegata rappresentazione della realtà italiana nelle sue differenze regionali e anche culturali e potremmo dire, di classe, che traspare analizzando l’insieme delle opere cinematografiche di quest’anno. Osservandolo, anche per come viene descritto e raccontato in questi film, il nostro paese sembra in bilico: da una parte fermo nelle sue consuetudini regionali immutabili da secoli e dall’altra sotterraneamente pronto ed impaziente a subire quella che sarà una trasformazione epocale. La Sicilia nel suo anacronistico legame con ataviche leggi non scritte (ben tuttavia recepito dal maschilista codice italiano), diventa la protagonista in chiave comica e grottesca di Divorzio all’italiana, un film che non mancherà di avere un impatto nel cambiare quel codice e comunque un costume. In quest’anno non manca l’opera di Antonioni; con uno dei suoi film più belli: La notteci riporta al mondo della ricca borghesia intellettuale e industriale, nell’ambito della quale dominano l’insoddisfazione, l’inquietudine, la noia, la vuota ricerca di se stessi e il, peraltro velletario, desiderio di evasione e fuga, da sé. Al di là della storia e dei personaggi il film è uno straordinario documento di una città, Milano, che si sta affermando come la prima città industriale d’Italia con la sua classe di nuovi ricchi, un mondo in cui la ricchezza e il benessere producono apparenti crisi di coscienza, superficiali in realtà, anche se rimandano alla perenne crisi dell’uomo moderno, tormentato da un senso di impotenza e di solitudine. Non mancano nell’anno film sul fascismo e sulla Resistenza, che propongono la storia dei venti mesi in una chiave nuova: non solo l’epica resistenziale, ma anche il tentativo di mettersi dal punto di vista dei ragazzi di Salò come in Tiro al piccione (e per questo il film sarà accompagnato da non poche polemiche soprattutto da parte dei vecchi partigiani). Oppure viene scelta la dimensione antieroica della gente qualunque, che vorrebbe tirarsi indietro subito dal conflitto, ma che alla fine, risponde agli impulsi della propria coscienza e tira fuori una natura coraggiosa ed eroica, come in Un giorno da leoni; o anche la disgraziata sequela di errori e fallimenti del protagonista (Alberto Sordi), a partire dal momento invece luminoso rappresentato proprio dalla guerra partigiana, come in Una vita difficile. E il fascismo a sua volta può essere raccontato in chiave grottesca come avviene nel Federale. Molti i film italiani che partecipano ai principali festival e molti sono premiati. Ricordiamo che il 1961 è l’anno in cui si celebra il centenario dell’Unità, e sarà Rossellini a dedicargli un film,Viva l’Italia. Torino ha un ruolo particolare nell’organizzazione di spettacoli e proiezioni. La rassegna “Cinema ‘61”, che si svolge a Torino, dal 15 al 28 settembre, presenterà una selezione dei più bei film degli autori mondiali dell’anno, scegliendo a rappresentare il cinema italiano Accattone e Banditi a Orgosolo, scelta che ci sembra ancora oggi molto azzeccata.
Come sempre nel mettere insieme questo catalogo è stato necessario tagliare, data la mole enorme di recensioni: ci siamo limitati a prenderne in considerazione solo alcune, dalle testate a più alta tiratura. Laddove si trattava di scegliere abbiamo utilizzato come criterio quello di privilegiare le recensioni dei quotidiani, eliminando i pezzi usciti sulle riviste, che sono comunque più facilmente reperibili nelle biblioteche specializzate. Abbiamo inoltre cercato di offrire una gamma dei diversi punti di vista. Concludono il volume le preziose tabelle di Baldo Vallero che ci informano sulla fruizione dei film e ci forniscono le graduatorie dei loro incassi.
Hanno collaborato per le ricerche: Marzia Gallo e Melita Mandalà. Per la redazione Marta Teodoro e Susanna Bourlot e inoltre Corrado Borsa, Baldo Vallero, Paola Olivetti.