
PUBBLICHIAMO L´INTRODUZIONE AL VOLUME
(Attenzione: integrazioni al catalogo Millenovecento60 sono disponibili come allegati
in calce all´introduzione)
La 28esima rassegna di cinema e storia dell´Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, nel suo percorso anno per anno, incontra il 1960, anno grandissimo per il cinema italiano con 139 film prodotti più 32 coproduzioni. Tutti insieme in una sorta di miracolo creativo troviamo i grandi capolavori di Fellini, Visconti, Antonioni e poi quelli di Rossellini, Pontecorvo, Bolognini, De Sica, Maselli, Lattuada, Vancini, Comencini, Pietrangeli. Straordinario anche in quantità e qualità il lavoro degli attori. Una stagione irripetibile, piena di fermenti, accesi dibattiti, spinte in avanti verso un mondo diverso, aperto e nuovo ma anche di ottuse frenate reazionarie, il tutto ampiamente documentato con testi d´epoca su questo ricco catalogo. Proprio la massa di materiale d´epoca reperibile sul cinema del 1960 ci ha creato non pochi problemi costringendoci ad operare molti tagli, perchè non solo era grande la quantità dei pezzi, degli articoli, degli interventi ma era anche particolare la loro qualità, dato che è l´anno in cui la molteplicità dei film e, possiamo dire, anche la loro eccezionalità si incontrano con la presenza di tanti grandi critici e recensori di cinema, quelli della vecchia generazione come Arturo Lanocita, Mario Gromo, Leo Pestelli, Guido Aristarco e i nuovi, i più giovani, formatisi nelle riviste o anche rivistine di provincia e che cominciano ad approdare poi alle testate più famose. L´ anno è davvero particolare anche per la novità stupefacente dei contenuti di molti film che fotografano con immediatezza la società italiana, il suo presente, ma anche il recente passato e anticipano aspetti del futuro.
Naturalmente La dolce vita èil grande evento, la pietra miliare dell´anno, rappresenta un vero choc, un film che, pur avendo come contesto di riferimento la provincia, sprovincializza e immette in una sorta di circo scoppiettante un mondo nuovo che trova a Roma la sua vetrina, il suo moltiplicatore. E poi c´è Rocco e i suoi fratelli, che a ben vedere è come una continuazione mutatis mutandis de La terra trema, e che a quel mondo arcaico, a quelle storie dolorose di ricerca fallita di un altro status e di un benessere si riallaccia, offrendoci una chiave diretta e immediata del fenomeno della migrazione interna che costituisce la grande cifra degli anni ´60, effetto di un boom economico in pieno svolgimento. E c´è ancora L´Avventura che dal mondo di sentimenti in fondo semplici ed elementari di un´Italia arretrata e rurale ci precipita nell´angoscia dell´assenza: non c´è più un luogo, uno spazio, un tempo, una persona, e questa angoscia impalpabile, a cui manca un corpo e una fisicità, è come una violenta forma di rigetto della banalità di vite e di mondi piccolo borghesi. E´ lungo l´elenco di film significativi che incontriamo con le tematiche più varie: dagli squarci di vita e disperazione del sottoproletariato come ne La giornata balorda di Mauro Bolognini e anche in Morte di un amico di Franco Rossi (non per nulla entrambe le sceneggiature sono di Pier Paolo Pasolini), alla descrizione della gioventù dorata di provincia, che si dibatte per affrancarsi, senza successo, dal chiuso del suo mondo di convenzioni e noia, ne I delfini di Francesco Maselli, alla tematica del dopo case-chiuse e alle possibilità di riciclarsi che si offrono a quattro ex prostitute dopo la chiusura dei bordelli in Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli; e, ancora, c´è la tematica della fine dell´adolescenza e la scoperta del sesso ne I Dolci inganni di Lattuada e in qualche modo anche ne Il rossetto di Damiano Damiani. Dopo tanto silenzio, tanta rimozione, nel 1960 il cinema ritorna anche a raccontare gli anni della guerra e della Resistenza con film struggenti come La lunga notte del ´43, opera prima di Florestano Vancini, che ha il coraggio di documentare anche le faide interne nel mondo dei fascisti, o film che per la prima volta parlano dell´8 settembre, una data tanto controversa e coperta da una coltre di silenzio, come Tutti a casa di Comencini e come il Carro armato dell´8 settembre di Gianni Puccini; anche La Ciociara di Vittorio De Sica affronta un tema altrettanto scottante, quello della violenza sulle donne da parte dei soldati di colore degli eserciti alleati, che risalivano la penisola nel corso della guerra, Rossellini ritorna nella sua Roma occupata con un episodio quasi simbolico per rinnovare la necessità di fratellanza senza confini, mentre Pontecorvo con Kapò apre il velo su un altro tema tabù, quello dell´universo concentrazionario. Infine ancora la guerra e la Resistenza in episodi particolari fanno da sfondo a Il gobbo di Carlo Lizzani e a Jovanka e le altre di Martin Ritt.
Nei generi troviamo una gran quantità di film interessanti: spadroneggia il peplum, un genere tutto italiano con tanti film come Gli amori di Ercole del sempre attivo Carlo Ludovico Bragaglia, Cartagine in fiamme del redivivo Carmine Gallone, I giganti della Tessaglia di Riccardo Freda, Davide e Golia di Fernando Baldi,Maciste nella valle dei re e Messalina Venere imperatrice di Campogalliani, La rivolta degli schiavi di Nunzio Malasomma, La vendetta di Ercole di Vittorio Cottafavi, Il Sepolcro dei re di Fernando Cerchio ( da notare la lunga lista di registi dell´anteguerra, tutti ben attivi in questo cinema di buon artigianato, a cui potremmo anche aggiungere Mario Camerini che nel 1960 realizzerà i suoi ultimi film). Poi c´è l´horror, con il grande Mario Bava che realizza La maschera del demonio, e ci sono le commedie come Chi si ferma è perduto di Corbucci, Letto a tre piazze e Un militare e mezzo di Steno, Un amore a Roma e Il mattatore di Dino Risi, e, naturalmente, gli inevitabili film del grande Totò, Signori si nasce e Totò, Fabrizi e i giovani d´oggi entrambi di Mario Mattoli.
Pochi ma importanti anche i documentari tra cui soprattutto il bellissimo L´Italia non è un paese povero di Joris Ivens, realizzato con la collaborazione di Valentino Orsini e dei fratelli Taviani, commissionato a Ivens da Enrico Mattei, ma poi oggetto di un rifiuto alla sua trasmissione in forma integrale da parte della Rai in quanto avrebbe presentato un immagine troppo cruda dell´Italia (fu poi mandato in onda, rimaneggiato e mutilato, con il titolo Frammenti di un film di Ivens).
La sezione “Panoramica” ci permette interessanti riflessioni sul 1960: è soprattutto dedicata all´incandescente dibattito sulla censura, in cui si scontrano quasi ferocemente la linea ottusamente reazionaria del ministro Tupini e le istanze di novità, apertura e libertà di espressione artistica, le esigenze di un vento nuovo nel campo della morale e del costume, dei cineasti e produttori cinematografici e in generale degli intellettuali; al dibattito partecipano firme importanti non solo del mondo del cinema, ma, in genere del mondo della cultura, come quelle di Paolo Spriano, Alessandro Galante Garrone, Franco Fortini, ecc.
Per contestualizzare storicamente l´anno ricordiamo infine che il 1960 è anno di grandi eventi storici sia in Italia che nel resto del mondo. In Italia vanno ricordati soprattutto i 118 giorni del governo Tambroni, sostenuto dai voti missini, con le forti reazioni popolari che lo accompagnano, ma non si può dimenticare che il 1960 è per il paese l´anno culminante del “miracolo economico”, mentre le migrazioni interne, dal Sud al Nord, arrivano a coinvolgere più di 135.000 persone. Negli Stati Uniti si registra la sconfitta di Nixon e l´elezione a presidente di Kennedy, con il nuovo soffio vitale di trasformazione e svecchiamento che induce nella società americana almeno per i tre anni della sua breve presidenza. A suo modo, con le sue specificità e i suoi voli nel cielo dell´arte, il cinema accompagna le vicende di questo mondo pieno di contrasti ma in straordinario movimento e trasformazione. Il catalogo è come al solito assemblato con pezzi d´epoca rigorosamente coevi e completato dagli attenti riepiloghi di Baldo Vallero: in questo caso non troviamo solo le tabelle sul 1960 ma anche quelle più specifiche e interessanti, una sorta di campione, sugli spettacoli cinematografici a Torino e le modalità della loro fruizione (curate da Baldo Vallero e Luciano Perretti).
Paola Olivetti
Il volume è stato curato da: Corrado Borsa, Paola Olivetti, Alessio Vacchi, Veronica Romano, Marta Teodoro, Baldo Vallero, Luciano Perretti.
Edizioni Kaplan (www.edizionikaplan.com)
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INTEGRAZIONI AL CATALOGO Millenovecento60
Il catalogo dei film italiani che ottennero il visto di censura nel corso del 1960, come quelli che lo hanno preceduto anno per anno, contiene schede e recensioni da quotidiani e riviste di tutti i film dell´anno dell´acme del ´miracolo´ economico, una vasta panoramica su tutto ciò che riguarda il mondo del cinema dell´epoca (festival, grandi questioni come la censura e grandi dibattiti), ma anche dati su distribuzione e incassi delle pellicole e una ricerca sulle scelte delle sale e degli spettatori a Torino che è ormai diventata anch´essa, con il catalogo, un appuntamento fisso annuale.
Millenovecento60 ha quattrocento pagine (112 in più del già voluminoso catalogo dei film del 1959). Le proporzioni del volume si spiegano con il grandissimo numero di film prodotti in Italia nel 1960 (mai così tanti), ma anche con l´alta qualità di un cospicuo numero di opere (mai così tante così significative tutte insieme) che ha indotto una proliferazione straordinaria di articoli e commenti su quotidiani e riviste specializzate.
La carta e l´inchiostro hanno un loro peso materiale e impongono limiti innvalicabili. A un certo punto ci siamo trovati così a dover fare scelte dolorose: meno articoli sui film di quelli che avremmo voluto e, addirittura, rinuncia in blocco alla sezione del volume dedicata alle coproduzioni. In più, abbiamo dovuto tagliare trentasette pagine di dati che costituivano una parte importante della ricerca su Torino al cinema nel 1960 di Baldo Vallero e Luciano Perretti.
Rimediamo in parte qui, istituendo una complementarietà fra sito e catalogo in volume cartaceo.
Ecco le pagine sulle coproduzioni e i dati della ricerca di Vallero e Perretti.
Coproduzioni 1960
Torino al cinema nel 1960: dati ulteriori