Il cinema italiano del 1956
Dal 13 al 16 novembre 2003, al Museo Nazionale del Cinema di Torino, si è svolta la rassegna Millenovecento56, al quale, come di consueto, è associato un catalogo.
Come prima osservazione possiamo rilevare che i film più importanti, che sono poi pochi, 4 o 5 in tutto, si presentano come film “anomali”, così è Lo svitato un film di una comicità un po’lunare, interpretato da Dario Fo, che segna una parentesi particolare nella filmografia generalmente impegnata di Carlo Lizzani; lo stesso Tetto di De Sica, che pure riprende molti caratteri del neorealismo sia nella tipologia della storia, sia nella scelta di affidare il ruolo di protagonisti a attori non professionisti è un film in realtà ormai lontano da quegli schemi, con una psicologia nuova; Mio figlio Nerone ci propone un’interpretazione della storia romana in chiave grottesca, ma anche estremamente divertente, con un singolare cast di attori (da De Sica a Gloria Swanson a Alberto Sordi e Brigitte Bardot); e nell’anno vi sono diversi altri film, che si distinguono per l’inedita stranezza della storia o anche per il cast, magari di attori importanti, ma un po’ improbabili nel loro insieme (per esempio in Montecarlo sono presenti De Sica, Renato Rascel, Marlene Dietrich e Mischa Auer).
Non mancano gli esordi, ma sono o estremamente modesti, di registi poi spariti, o alquanto infelici come quello di Raffaele Andreassi, un bravo documentarista ma il cui primo e unico lungometraggio risulta un fiasco assoluto; da segnalare poi la comparsa sulla scena di Marisa Allasio in un film di secondo piano Maruzzella, per assurgere poi nell´anno successivo il 1957 con la serie Poveri ma belli a donna simbolo dei cambiamenti del paese, di un nuovo modo di vedere la donna e di un nuovo atteggiamento, una nuova mentalità delle donne stesse.
Il cinema dell’anno dà conto anche del fenomeno Mike Buongiorno, che è presente in più di un film come attore oltre a impersonare se stesso in Totò Lascia o Raddoppia. Certo la televisione da una parte, il suo boom e il nuovo linguaggio di cui è portatrice e il riapparire all’orizzonte della concorrenza di film stranieri, segnatamente quelli americani, contribuiscono a spiegare le ragioni della modesta produzione cinematografica del 1956.
Il catalogo quindi ci propone cone al solito la raccolta di recensioni tratte dai quotidiani o dalle riviste di cinema, con una sezione di articoli più generali, la panoramica, in cui prevale la cronaca dei Festival, mentre il dibattito culturale e teorico sul cinema, negli precedenti spesso assai ricco, sembra segnare il passo. Di questa sezione il gruppo di articoli più consistente è in realtà quello dedicata alla televisione, dove troviamo molti interessanti spunti di discussione, anche teorici, sulle prospettive e le caratteristiche che si vorrebbero attribuire a questo nuovo media.
Programma della rassegna:
Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, di Mauro Bolognini con Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi
Totò lascia o raddoppia?, di Camillo Mastrocinque con Totò, Mike Bongiorno, Valeria Moriconi
Totò, Peppino e… la malafemmina, di Camillo Mastrocinque con Totò, Peppino De Filippo, Dorian Gray
I giorni più belli, di Mario Mattoli con Emma Gramatica, Franco Interlenghi, Antonella Lualdi
Donatella, di Mario Monicelli con Elsa Martinelli, Gabriele Ferzetti, Walter Chiari
Il ferroviere, di Pietro Germi con Pietro Germi, Luisa Della Noce, Sylva Koscina
Eliana e gli uomini, di Jean Renoir con Ingrid Bergman, Mel Ferrer, Juliette Greco
Suor Letizia, di Mario Camerini con Anna Magnani, Eleonora Rossi Drago, Antonio Cifariello
I film dell´elenco non sono disponibili per la consultazione.