Leggere e scrivere sono capacità fondamentali e la loro acquisizione ai vari livelli è compito precipuo della scuola. Saper leggere le immagini cinefotografiche e saperle utilizzare per comunicare sono competenze da più di un secolo essenziali e complemento oggi irrinunciabile delle altre, ma non sempre la scuola riesce a integrare il loro apprendimento nei propri curricula. Filmare la storia è nato dieci anni fa e cresciuto (molto) con l’obbiettivo di offrire un’occasione a chi inserisce nella propria pratica didattica la dimensione audiovisiva e migliaia di docenti e studenti hanno risposto e continuano a rispondere alla nostra sollecitazione, nonostante le traversie che quel bene comune chiave che è la scuola sta negli ultimi anni subendo.

L’edizione 2013 del concorso ha registrato una prevedibile contrazione del numero dei partecipanti rispetto all’anno scorso (in un contesto in cui a scuola le risorse, gli orari, i laboratori confacenti e, data la situazione, le stesse spinte motivazionali degli insegnanti sono in contrazione verticale), ma il novero di chi non si arrende è ancora evidentemente ampio e la qualità delle esperienze didattiche che stanno alla base dei video che abbiamo ricevuto è, in non pochi casi, alta. Molti perseverano dunque, certo in numero più ridotto di quanto vorremmo, ma facendo spesso molto bene, e ciò in tutte le regioni (il concorso è più che nai nazionale) e in tutti i vari ordini di scuole…
Va anche richiamato il fatto che la riduzione e delle risorse per il nostro concorso e, fin quasi all’ultimo, l’insicurezza rispetto alla loro effettiva disponibilità, ha quest’anno imposto un ridimensionamento drastico della pubblicizzazione di Filmare la storia e un aggravio del lavoro organizzativo, distribuito su pochissimi, ma abbiamo scelto lo stesso di arrivare in fondo…

Un primo flash sulle opere in concorso quest’anno. Ci sono nell’ambito dei grandi temi della storia del Novecento molte storie specifiche, storie locali, di città e quartieri, di singole persone; sono stati scelti i contesti della Seconda guerra mondiale, ella Resistenza e, con qualche ridimensionamento sul piano quantitativo, i temi della deportazione e della persecuzione razziale; in aumento invece l’attenzione alla lunga storia dell’emigrazione italiana e a vari momenti ed episodi chiave della storia dell’Italia repubblicana; si registra inoltre qualche bagliore ancora del centocinquantesimo… Nelle scelte espressive troviamo docu-fiction, documentari e fiction, in cui la scuola è sempre diretto o indiretto (ma percepibile) contesto e in cui le testimonianze di memoria hanno spesso un ruolo importante; c’è poi l’animazione, con tecniche diversificate e raffinate, che giustifica l’introduzione, quest’anno, di un premio speciale “animazione”. Sul piano espressivo dobbiamo aggiungere che abbiamo notato in alquante opere i segni evidenti di una ricerca di percorsi nuovi, fuori dai cliché dei ‘generi’ praticati negli scorsi anni, sperimentando, in modo magari perfettibile, intrecci più complessi e sfaccettati fra documenti visivi, testimonianze e messa in scena.