A 50 anni dal golpe in Cile: due documenti Ancr per l’11 settembre 2023

A 50 anni dal golpe in Cile: due documenti Ancr per l’11 settembre 2023

 

Dai suoi archivi audiovisivi l’Ancr propone per l’11 settembre 2023  due documenti:

  • la registrazione dell’intervista a Paolo Hutter realizzata da Franco Antonicelli in occasione del suo rientro in Italia dopo la detenzione presso l”Estadio Nacional di Santiago                     | ore 15.30, Polo del ‘900 | Sala ‘900 | Via del Carmine 14 Torino

 

  • La proiezione di una selezione dell’intervista a Ana Maria Bussi Balzola nipote e collaboratrice di Salvador Allende (Intervista realizzata a Torino il 5 aprile 2004 a cura di Corrado Borsa, Ernaldo Data, Jacopo Chessa e Paola Olivetti per Archivio nazionale cinematografico della Resistenza)         | ore 18.30, Polo del ‘900 | Sala ‘900 | Via del Carmine 14 Torino

Ana Bussi Balzola è figlia del fratello di Hortensia Bussi Allende, la moglie di Salvator Allende. Da ragazza si trasferisce  presso la famiglia dello zio per poter far gli studi superiori a Santiago. Qui ha modo di partecipare alla intensa vita politica di Allende. alle sue relazioni con il mondo latino americano in fermento, conoscendo il Che, Fidel e altri leader dei movimenti di liberazione. Diventa così la segretaria particolare di Allende e in questo ruolo segue la elezioni del 70 e la vittoria di Allende, il nuovo corso politico-sociale che il nuovo Presidente imprime al paese  con tutti i violenti attacchi di cui le nuove riforme sono fatte oggetto. Nel 1971 si sposa e lascia l’incarico. L’11  settembre 1973 è ricoverata in ospedale ma riesce precipitosamente a fuggire, risultando già ricercata come tutti i membri della famiglia Allende. Riesce a rifugiarsi sotto falso nome nell’ambasciata argentina e dal lì a espatriare in Argentina, dove viene detenuta, sottoposta a sorveglianza e inviata in un campo di concentramento. Con una fuga rocambolesca  espatria in Messico dove viene accolta e ritrova la parte della famiglia che era riuscita a salvarsi, tra cui la zia Hortensia. La sua vita successiva è una vita di esilio in vari paesi, anche in Italia a Torino. Ritornata in Cile muore a Santiago nel 2022.

Questa intervista rappresenta per la raccolta di testimonianze dell’ANCR un caso un po’ particolare. Ana Bussi fu portata in Archivio nel 2004 da Jacopo Chessa, allora collaboratore dell’Archivio, molto amico della figlia Francesca Moenne. L’intervista si svolse con grande naturalezza, in un modo semplice e colloquiale, ma proprio in questo sta la sua forza,  perché i tragici e terribili eventi raccontati in modo piano e quasi ordinario si stagliano con ancora maggior forza nella loro brutalità. Nel racconto, che segue un suo percorso cronologico, si intrecciano gli eventi personali con quelli storici e politici: è la vita di una giovane ragazza che si trova a partecipare e a condividere la sorte dello zio Presidente e viene travolta con le sua famiglia nella  bufera che si abbatte sul paese e che ha in realtà una terribile e atroce ragione storica: il tallone di ferro che non può tollerare l’esistenza di un paese democratico, che democraticamente vuole sottrarsi al suo potere.

Ci eravamo ripromessi di continuare ad approfondire questa straordinaria testimonianza, anche  con altre testimonianze dedicate al Cile, ma non c’è stata più l’occasione e ci resta il ricordo di una grande persona.

 

 

 

Gli appuntamenti organizzati dall’Ancr si inseriscono nel progetto integrato del Polo del ‘900 “Un giorno ci strapparono la libertà. Cinquant’anni dal golpe in Cile”, coordinato da Centro studi Piero Gobetti e Fondazione Vera Nocentini con Istituto Antonio Gramsci, Fondazione Carlo Donat-Cattin, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Centro Einstein di Studi Internazionali, Associazione El Caleuche