
Un contest per le scuole sulla Torino del futuro collegato alla mostra EXPO 61 – IL FUTURO E’ COMINCIATO (5 novembre 2021 – 16 gennaio 2022)
Presentazione 26 novembre 2021
ore 15 Sala didattica del Polo del ‘900
Palazzo San Daniele
via del Carmine 14, Torino
Il 26 novembre 2021 alle ore 15 presso il Polo del ‘900 si terrà la presentazione dei laboratori e del contest per le scuole sulla Torino del futuro: 1961-2061 Ricominciare dal futuro.
In concomitanza con la mostra EXPO 1961: il futuro è cominciato. Immagini di Luigi Bertazzini e altri documenti d’epoca l’Archivio Cinematografico della Resistenza, in collaborazione con l’Archivio Superottimisti, propone una serie di attività laboratoriali e un contest per le scuole di Torino e provincia sul tema della città del futuro.
Il 26 novembre in occasione della presentazione sarà proiettato in anteprima il cortometraggio
2061 di Danilo Monte (Italia, 2021)
Sinossi film
Questo film, attraverso le riprese e gli home movies di cui è composto, ritrae nel passato e nel presente la zona di Torino che nel 1961 fu teatro dell’esposizione internazionale del lavoro ITALIA ‘61. In quell’occasione venne edificato un intero quartiere per celebrare, attraverso opere avveniristiche, il progresso e il benessere dell’Italia del boom economico. Il ‘61 è stato anche l’anno in cui l’immigrazione dal sud verso il nord Italia raggiunse il suo picco massimo e furono proprio questi “nuovi torinesi”, provenienti da tutte le regioni d’Italia, a recarsi in massa a visitare l’esposizione.
Oggi insieme al poeta Mohamed Amin Bour attraversiamo questi luoghi come alieni provenienti da un futuro che appare già vecchio per riflettere su cosa è rimasto di quella promessa di progresso e per abbandonarci alla memoria.
Programma dell’evento
Ore 15
Proiezione del film
2061 di Danilo Monte (Durata: 09’, produzione Italia, 2021), con Mohamed Amine Bour.
A seguire, interventi di:
Giulia Carbonero e Giulio Pedretti, Archivio Superottimisti
Paola Olivetti e Micaela Veronesi, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza
Andrea Zaghi, giornalista e autore del libro Torino, città futura, Il Mulino 2021.
Carlo Ratti, architetto e ingegnere, docente al MIT di Boston dove dirige il Senseable City Lab
Mohamed Amine Bour, poeta e protagonista del film 2061.
Ricominciare dal futuro
Oggi si parla molto di futuro. Ne parlano i giovani del Friday for future interpellando a gran voce i potenti del pianeta per una decisiva svolta alle politiche ambientali; ne parlano gli scienziati che studiando la natura cercano continuamente soluzioni per migliorare la vita sulla Terra; ne parlano i sociologi che analizzano i comportamenti umani e i fenomeni che li riguardano. Ne parliamo tutti interrogandoci sulle nostre sorti o semplicemente pianificando e progettando le nostre vite.
Tuttavia non possiamo definirci ottimisti sul futuro. Ci sono studi che sostengono che i giovani non credono più nel futuro: scarsa è la visione di un possibile benessere, mancano certezze in materia di lavoro, preoccupazioni per l’ecosistema – su cui gravano previsioni pessimistiche se non addirittura catastrofiche –, permangono tensioni, disequilibri e conflitti per cause economiche e sociali. Infine in questi anni ci siamo scoperti fragili e in balia di malattie contagiose più di quanto avessimo mai potuto prevedere.
Più che mai è dunque necessario avviare un ripensamento delle narrazioni sul futuro che non possono più basarsi solo sulla fantasia del progresso tecnologico o al contrario sulla distopia di un mondo corrotto. È fondamentale ripartire da narrazioni che si basino su concetti di pace, di solidarietà, di diffusione del benessere, di accoglienza reciproca.
La mostra EXPO 1961: il futuro è cominciato. Immagini di Luigi Bertazzini e altri documenti d’epoca organizzata dall’Archivio Cinematografico della Resistenza propone una scelta di immagini e di filmati che possono stimolare la riflessione sul futuro in una prospettiva nuova, con gli occhi dei giovani di oggi.
Come dialoga il futuro con il passato? Il passato ci insegna a migliorare il futuro?
Cosa si impara dal passato e come ci si proietta nel futuro?
Nel 1961 le persone avevano una visione del futuro, lo immaginavano, ne parlavano anche con ironia, con fiducia, con spensieratezza: il futuro è cominciato è una frase pronunciata dallo speaker nel filmato ufficiale dell’Expo; nello stesso filmato, il commentatore si chiede come vestiranno le giovani donne del 2061; mentre in una foto che rappresenta la cerimonia di chiusura dell’esposizione si legge arrivederci al 2011, augurio per future nuove celebrazioni che tuttavia non avranno la stessa magniloquenza.
L’evento di Expo Italia 61 – svoltosi sessant’anni fa a Torino in occasione del primo centenario dell’Unità d’Italia –, fu infatti una grande manifestazione che attirò visitatori da tutto il mondo e in cui molti sentivano un grande ottimismo per il futuro, che appariva ricco di promesse e di possibili miglioramenti.
Rileggendo i testi dell’epoca, guardando i filmati e le fotografie traspare con evidenza l’idea di un’umanità ormai lanciata verso un futuro di progresso illimitato, idea che gli stessi organizzatori della manifestazione avevano scelto come ispirazione caratterizzante. Le pionieristiche architetture, la costruzione di nuovi palazzi, il progetto urbanistico della città, le infrastrutture, tra cui la futuristica monorotaia, ma anche le feste, le mostre e gli eventi si collocarono in un clima di grande fiducia e generale ottimismo in sintonia con il cosiddetto miracolo economico che stava caratterizzando quegli anni. Tuttavia, come spesso accade, le apparenze e gli entusiasmi celavano tutte le contraddizioni di un’epoca e di un’Italia che non aveva ancora rielaborato tutti i traumi della guerra e del fascismo e dove la povertà e le disuguaglianze erano lontane dall’essere risolte. A far da sfondo alla manifestazione c’era Torino – protagonista della grande festa espositiva – con il suo fascino e le sue fragilità. Una città che ha vissuto molte trasformazioni e che periodicamente ha dimostrato di sapersi rinnovare ma che altrettanto ciclicamente fa emergere le criticità di un territorio complesso.
Pensando alle celebrazioni di Italia 61vengono in mente le futuristiche costruzioni della monorotaia, i bellissimi impianti sportivi, la fontana luminosa, l’ovovia, i palazzi pionieristici come Palazzo del lavoro e il Palavela, le costruzioni di design della mostra delle regioni. Molte di queste costruzioni tuttavia oggi sono in disuso o sono state smantellate o addirittura soffrono il degrado dell’abbandono. La ristrutturazione del Palavela in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, per esempio, è stata l’ennesima dimostrazione della fragilità di queste strutture, costosissime nella gestione e di difficile riutilizzo nel contesto urbano.
Fra tutte, prendiamo a esempio la monorotaia: si trattava di un mezzo di trasporto molto particolare il cui design futuristico, strano e moderno, aveva colpito gli abitanti e i visitatori arrivati in città per la manifestazione, ma che negli anni immediatamente successivi è stata abbandonata e poi smantellata e di cui oggi rimane soltanto un breve tratto di rotaia sopraelevata, di cui pochi conoscono la storia.
Oggi si torna a parlare di questi edifici emblematici della città di Torino, negli ultimi tempi sono affiorati discorsi e progetti, si cercano idee e fondi.
Ma di quale futuro si parla?
E soprattutto…
Come immaginano i giovani la città del futuro?
Partendo dai materiali e dal percorso espositivo della mostra EXPO 1961: il futuro è cominciato. Immagini di Luigi Bertazzini e altri documenti d’epoca organizzata dall’Archivio Cinematografico della Resistenza allestita presso la Galleria delle Immagini al Polo del ‘900 invitiamo studenti e docenti interessati a immaginare una rappresentazione della città di Torino nel futuro, e in particolare delle strutture di Italia 61, attraverso vari linguaggi, a scelta delle classi (es: video, fotografia, narrazione scritta, linguaggio grafico, disegno, installazione etc.).
Si richiede quindi alle classi che partecipano di provare a immaginare la città del futuro stimolati da vari materiali, visioni e suggestioni, e in particolare dalla mostra EXPO 1961: il futuro è cominciato (ingresso gratuito dal 5 al 28 novembre 2021 h.10-18 ma-do corso Valdocco 4/A), e dal cortometraggio 2061 di Danilo Monte (Italia 2021) con Mohamed Amine Bour, giovane poeta marocchino, autore della poesia Piazza Vittorio da lui recitata nel film. Un film sul tempo e sulle tracce che il passaggio del tempo lascia dentro e intorno a noi girato nello scenario evocativo dell’Expo Italia 61 con il contributo visivo dei filmati in super8 girati dai visitatori dell’epoca.
Il progetto verrà presentato alle classi, ai docenti e a tutta la cittadinanza il 26 novembre in Sala didattica al Polo del ‘900 con la presenza del regista Danilo Monte, del poeta marocchino Mohamed Amine Bour, di Giulia Carbonero e Giulio Pedretti dell’Archivio Superottimisti, di Andrea Zaghi giornalista e autore del libro Torino, città futura, Il mulino 2021, e dell’architetto Carlo Ratti docente al al MIT di Boston, dove dirige il Senseable City Lab.
I lavori realizzati dalle scuole entro febbraio 2022 saranno presentati al Polo del ‘900 in primavera.

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